Un amore scelto dal destino

Sara non ricordava un giorno della sua infanzia in cui Marco non fosse stato presente. Le loro mamme erano amiche per la pelle e ogni pomeriggio si vedevano a casa dell’una o dell’altra per chiacchierare e lasciare che i due bimbi, che avevano solo qualche mese di differenza giocassero insieme. E così Marco e Sara erano cresciuti come due fratelli, anzi di più visto che avevano frequentato anche la stessa scuola, condiviso le amicizie e le confidenze sui primi amori. Non si erano mai separati, ma nessuno dei due aveva mai immaginato che tra loro potesse esserci un rapporto diverso da quello che c’era. Erano talmente abituati a fare tutto insieme che si iscrissero alla stessa facoltà all’Università e andarono a vivere nella stessa casa. Quella convivenza li legò ancora di più, ma non modificò la natura del loro rapporto, come invece sognavano le loro madri che si sarebbero volute vedere consuocere. Sara incontrò un ragazzo con il quale iniziò una relazione stabile, mentre Marco continuava a passare da una storia all’altra spensieratamente. Poi arrivò il giorno dell’incidente di Sara, investita da un’auto mentre andava in facoltà in bicicletta come ogni mattina. Le sue condizioni si rivelarono subito molto gravi, oltre alle fratture in varie parti del corpo, aveva un serio trauma cranico che la portò al coma. Furono mesi difficilissimi, Marco viveva in uno stato di sospensione, gli sembrava di essere privato di una parte di sé e quelle poche volte in cui gli lasciavano vedere Sara non riusciva a trattenere le lacrime, mentre le teneva la mano e le diceva parole d’amore e di rimpianto per non essersi accorto prima del sentimento che provava per lei e per non averla protetta quella maledetta mattina. Intanto il fidanzato di Sara era scomparso quasi immediatamente spaventato dalle conseguenze che la ragazza avrebbe riportato se fosse sopravvissuta. Passò un anno e la stessa madre di Sara continuava a dire a Marco che doveva pensare alla sua vita, che anche Sara lo avrebbe voluto, che proseguendo cosi le vite distrutte sarebbero state due. Ma Marco non riusciva a staccarsi da quel letto, non riusciva ad immaginare la sua vita senza Sara ed era fermamente convinto che la ragazza si sarebbe ripresa. Quando squillò il telefono era in aula che seguiva distrattamente una lezione, era la madre di Sara. Il cuore gli iniziò a battere all’impazzata, sapeva che doveva essere successo qualcosa di grave. Il cuore gli batteva all’impazzata e non avrebbe voluto rispondere, ma si costrinse ad uscire dall’aula e a sussurrare un “pronto?” incerto. Dall’altra parte Paola emise un urlo di gioia. Sara aveva aperto gli occhi, lei era lì in ospedale dove l’avevano chiamata. Marco imparò cosa significa mettere le ali ai piedi e si precipitò in ospedale. Quando finalmente lo fecero entrare nella stanza di Sara lo sguardo di lei fu più eloquente di mille parole. La strada sarebbe stata lunga, ma l’avrebbero percorsa insieme, finalmente.

Rossella S.

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