Tu mi stai insegnando ad amarti
Quando penso a te e a quanto ti amo e a come ti amo penso anche a tutti gli “amori” sbagliati che ho in precedenza vissuto, che non erano sbagliati perché a me sembrava di amare davvero e nel mondo giusto. Grazie a te ho scoperto una nuova dimensione di amore molto più appagante e bello fatto di piccoli passi, attenzione, rispetto, anche piccoli passi indietro vissuti con sofferenza, attese, gesti fatti con gratuità vera quella che non si aspetta niente indietro, che non ha gelosia, che dona perché non c’è altra strada nel cuore in quel momento che donarsi e darsi produce immensa felicità. Amarti così vuol dire appagarsi anche solo per un tuo sorriso o un tenero sguardo o sentendo il mio nome pronunciato da te a bassa voce. Ti ho solo baciato sulla guancia (e qualcuno direbbe che dopo tre anni di tenace corteggiamento è un po poco) ma ho anche ricevuto da te tanto amore che tu non ti sei accorta di darmi, stiamo tanto insieme e ogni istante è gioia. Tanti scambi, tanti sguardi e anche se desidero infinitamente avvicinarmi a te anche fisicamente di più non sento fretta e so che potrei amarti anche solo così per una vita. Se un avvicinamento fisico maggiore ci sarà, se, sarà solo perché sei tu che me lo chiedi. Io non ho nessuna impellenza. Sono totalmente appagato e innamorato di te così pur essendo molto fisico e affettuoso come uomo. Si può amare così solo se si incontra una persona come te e se l’incontro avviene in età adulta quando le ferite e gli sbagli precedenti ti aiutano ad essere più riflessivo e paziente. Comunque vadano le cose io non potrò essere più lo stesso. Quando si prova questa forma di amore non si può più tornare indietro. Sarebbe come passare dalla nutella alla mentina per la gola (la mentina non sembra dolce e il sapore fa schifo). Spero che Dio mi aiuti ad amarti nel tempo nel modo giusto e possa sostenermi e consolarmi se finirà perché in quel caso sarà un momento molto doloroso. Comunque vada ti ringrazierò sempre perché amarti mi ha reso più uomo. Ti amo.
Paolo A.