La lettera che non posso scriverti

Non ti racconterò di cosa ho pensato, mentre dopo il coprifuoco passeggiavo per la prima volta nel silenzio del quartiere che era tuo, ora è di entrambi, ma non sarà mai nostro. Ti dirò in compenso che non era solo il gusto di infrangere una regola a farmi sorridere.
Un giorno ti scriverò una lettera d’amore, o magari finirò quella canzone per te che ho sempre avuto in testa, ma mai tra le dita.
Un giorno potrei fare una cosa del genere, sì, ma tu non lo saprai mai.
Perché potrei pure scriverti qualcosa di romantico, descriverti la vita che vivono insieme i nostri due alter ego di qualche universo parallelo in cui non ci sono errori e rimpianti, in cui la perfezione esiste, e non appartiene solo a te; potrei pure scriverti tutto questo, ma non servirebbe a nulla, anzi non devo proprio farlo.
Sono abbastanza convinto che per far sì che quell’universo parallelo in cui invece che doverti scrivere io qualcosa di romantico siamo noi due a scriverlo insieme, allora debba continuare a esistere uno in cui devo limitarmi a fantasticare. Ho visto abbastanza film di fantascienza per dire con una giusta dose di certezza che creerei una distorsione spazio-temporale, se modificassi il destino di questo universo.
E se è vero che noi due da qualche parte esistiamo davvero, se è vero che è tutto bello come mi immagino, e se ci fosse anche la minima possibilità che cambiando le cose nel mio universo distruggerei quello giusto, allora preferisco non fare nulla.
Non potrei mai privare nessuno, per una seconda volta, di un amore così grande.

Anonimo

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