Riscoprire i valori vuol dire riscoprire l’essenza di se stessi

Ancora non sapeva come si sarebbe trovata in questa nuova vita che andava delineandosi. A guidare le sue azioni c’era il cuore, quel cuore che batte e che grida  libertà.

Aveva trascorso troppo tempo circondata dal cemento, dai clacson, da quell’aria che non sapeva di aria, così tanto che ormai quasi le mancavano. In fondo era la sua zona di comfort, una piccola gabbia dorata che le aveva comunque permesso di costruirsi la sua posizione lavorativa, di avere più soldi, di conoscere tanta gente.

Però alle volte capita che quella parte istintuale che ignoriamo guizza fuori e ci spinge a fare cose che mai avremmo pensato possibili, il cervello si ribella, ma il corpo va come un treno. Forse ci chiama amore, si chiama voglia di intimità, di respirare sentimenti puri.

La campagna lei l’aveva sempre detestata, quei piccoli borghi tutti pieni di alberi da frutta dove in fin dei conti mai nulla è accaduto e mai nulla accadrà. Ma lei e Paolo si amavano e trasferirsi non le sembrava poi un dramma.

Arrivarono all’alba di una mattinata bellissima, un paesino di 1.500 abitanti, e una casa, se vogliamo definirla casa ma in realtà era un rudere tutto da risistemare, completamente circondata da erba incolta.

Mirella doveva decidere se farsi venire una profonda crisi isterica oppure viversi questa nuova condizione. Si guardarono, sorrisero, cercavano di capire l’uno dallo sguardo dell’altra se avessero fatto la scelta giusta. Paolo nell’orto a coltivare e vendere prodotti, Mirella addetta alla commercializzazione di quei prodotti. Fino al giorno prima Mirella lavorava in una multinazionale dalle nove di mattina alle nove di sera, e quando non lavorava pensava comunque che avrebbe dovuto farlo.

Il primo mese lì fu duro, non erano abituati al lavoro fisico: il rudere divenne una bella casina ritinteggiata, con mobili colorati, tende etniche e qualche centrotavola antico, l’erba falciata ora splendeva, e anche il loro umore.

“Buongiorno, questo da parte di noi vicini”, in queste parole, l’amore, il cuore, il sentimento, la tenerezza.

Era una signora anziana, tenera e acchittata benissimo. Portava un cesto pieno di specialità del posto, ogni vicino aveva cucinato qualcosa per loro. Calcolate però che il vicino più vicino si trovava ad un chilometro.

“Grazie, possiamo offrirle una tisana”

“Lo bevo ancora il caffè”, disse lei simpaticamente

Passarono due ore stupende, chiacchierando di come quel terreno fosse ottimo per piantarci i pomodori e di quanto le camelie fossero eleganti quando fiorivano.

C’era qualcosa di magico in quel posto.

Una sera Mirella e Paolo decisero di farsi un giro nel centro del paesino e avvisarono la simpatica anziana che ci sarebbero andati. Una piazzetta curata in ogni dettaglio, qualche bottega di artigiani che somigliavano più a degli artisti, un’enoteca con vini pregiati, ma nessuno in giro, nemmeno una persona.

Si stranirono per qualche minuto, si sentivano spaesati, smarriti, come sperduti nel nulla, ma in fondo i paesini son così, dovevamo immaginarcelo – pensavano immaginando un futuro di silenzi e desolazione.

D’improvviso un rumore, come di qualcuno che le prove con un microfono. Dal buio si passò alle luci, le strobo da discoteca, tutte colorate, la gente fuori dagli usci, bambini con dei cartoncini a forma di cuore in mano, cani che scorrazzavano intorno alla piazza, una musica si alzava, si trattava di Felicità di Al Bano e Romina, ma cantata da un uomo con un cappello enorme.

“Diamo il benvenuto ai nuovi arrivati, lei è Mirella, lui è Paolo, vengono dalla città, ora li dobbiamo rieducare alla vita vera. Speriamo di averli con noi per tanti anni. Ora divertiamoci!

Appeso ad una porta un cartello “Di qualunque cosa avrete bisogno, chiedete e ci saremo: per Mirella e Paolo”

Cantarono, ballarono, banchettarono tutta la notte, ubriachi di vino rosso del contadino, gioiosi come non lo erano da mai. A turno si dedicavano frasi e poesie. Girotondi e trenini per tutta la strada. Tornarono a casa all’alba.

Quella fu la più bella festa a sorpresa della loro vita, ringraziarono l’anziana signora che aveva organizzato tutto, e arrivarono a casa sereni, con il cuore in pace di chi per una volta ci ha proprio azzeccato!

Rossella C.

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