L’ultimo treno

Era da tanto che non prendevo un treno,
non sentivo il binario vibrare nel cuore,
non vedevo i paesaggi fuggire dal finestrino
come sogni che non ho saputo trattenere.

Ma poi ho ricordato l’ultimo che ho perso…
non portava in una città qualunque,
portava a te.
Tu eri la meta, il viaggio, la destinazione…
Non uno qualunque, ma il più importante:
quello che portava verso il tuo cuore.

Quel treno aveva il tuo sorriso nei finestrini,
le tue parole sussurrate nei sedili vuoti,
e il tuo cuore come stazione finale di un amore nascente.

L’ho perso, è vero.
per non aver capito che certi treni
non tornano, ma comunque
restano nel cuore.

E se un giorno quel treno tornasse davvero… stavolta salirei, senza esitazioni,
perché l’unico viaggio che conta,
sei tu…

Ci sono viaggi che si fanno con le valigie in mano e viaggi che si fanno con l’anima nuda. A volte, nella frenesia della vita, perdiamo treni importanti — occasioni, persone, amori — e solo con il tempo ci rendiamo conto che non erano semplici viaggi, ma vere e proprie svolte dell’esistenza.
Il “treno verso il tuo cuore” non è solo una metafora romantica, ma anche il simbolo di un’occasione sfumata, di una possibilità che non tornerà più uguale. Forse per distrazione, per paura, per orgoglio… non si è saliti a bordo. E ora, nel salire di nuovo su un treno reale, affiora il ricordo di quel viaggio mai fatto, di quel legame mai compiuto.
È un invito a non lasciar scorrere le possibilità senza viverle, a riconoscere il valore delle emozioni nel momento presente. Perché certi treni — quelli del cuore — non passano due volte.

Biagio Banigi

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