La storia di Diana e Alberto

La mattina del 12 Agosto, Diana si svegliò di buon mattino; erano anni che non si svegliava così presto, perciò decise di di uscire per potersi godere lo spettacolo dell’alba. Il suo piccolo paese di provincia, sconosciuto a molti, godeva di un fantastico paesaggio boschivo nel quale era possibile contemplare la natura perdendosi tra i fitti tronchi degli alberi. Diana adorava quel posto e come ripeteva sempre a suo marito, non c’era niente di più bello che potersi liberare di ogni preoccupazione durante una lunga passeggiata immersa nella natura. Il ricordo di suo marito, rese immediatamente Diana fredda e cupa. Erano passati solo sei mesi da quando aveva scoperto la sua relazione clandestina con un’altra donna e lei, non era mai riuscito a perdonarlo. Il divorzio avvenne talmente in fretta che Diana non ebbe nemmeno il tempo per affrontare la questione. Di tanto intanto le dava una mano Rosa, la sua amica d’infanzia con a quale aveva riallacciato i rapporto dopo la separazione, una donna di mezza età con la passione per gli oggetti di antiquariato e con un passato turbolento alle spalle.
Diana sorrise al pensiero della sua amica, tanto stravagante quanto cara, e fu proprio in quel momento che si ricordò dell’appuntamento che aveva con lei quella sera. Il paese ogni seconda settimana di Agosto ospitava una grande festa a cui partecipavano tutti i cittadini della zona, compresi anche coloro che abitavano intorno al bosco. Rosa si era tanto raccomandata che indossasse l’abito blu e verde che aveva comprato la settimana prima in una boutique, giusto per rimettersi un po’ in gioco, o almeno così sosteneva lei.

La sera arrivò in fretta, e con lei anche le mille preoccupazioni che presero a girovagare nella testa di Diana. Era la prima volta che andava a quella festa senza suo marito e, come se non bastasse, era molto probabile che lo avesse incontrato con la sua amante. Ancora una volta ci pensò Rosa a tirarla su di morale, a farle indossare il meraviglioso vestito blu e a farla uscire di casa più sicura e bella che mai. Come nelle aspettative di Diana, il paese era completamente affollato, rumoroso e colorato come non mai: il sindaco aveva ingaggiato anche un gruppo locale per poter intrattenere i cittadini e i numerosi stand situati nel paese erano decorati a dovere. Tra tutti questi, ce ne fu uno che attirò fin da subito l’attenzione di Diana e Rosa, un piccolo gazebo bianco da quale proveniva un leggero seppur intenso profumo di fiori. Diana immediatamente ricordò quando era stata l’ultima volta che aveva sentito un odore così e immediatamente una lontana nostalgia tornò a farsi sentire. La sua scuola elementare, sbiadita nei ricordi, vantava di un giardino ricco di piante e di fiori che in primavera e in estate donavano un profumo incredibile in tutto il vicinato. Diana si avvicinò al gazebo con gli occhi schiusi, cercando di immergersi ancor di più in quel dolce ricordo, fino a quando una voce maschile la interruppe.

“Diana, sei veramente tu?”

Gli occhi di Diana si aprirono di soprassalto e videro il volto di un uomo che con una voce magnetica l’attirava a sé. Subito lo riconobbe. Era Alberto, il suo primo fidanzato, conosciuto proprio alle scuole elementari. Diana aveva cercato di ricontattarlo tante volte negli anni precedenti, senza alcun risultato. Subito un brivido le corse giù per la schiena, mentre la testa diventava incapace di produrre qualsiasi pensiero. Gli occhi profondi di lui la scrutarono a lungo. Alberto ricordava con trasporto quelle labbra rosse che aveva baciato per anni fino al suo trasferimento negli Stati Uniti. Allo stesso modo Diana non poteva dimenticare le sue carezze e la sua dolcezza che nel tempo erano rimaste impresse nella sua memoria. Gli occhi di lui, di un celeste intenso, sembravano non avessero visto mai niente di più bello fin’ora. Diana si affrettò a rispondere.

“Si, sono io Alberto… da quanto tempo” sussurrò con la voce piena d’imbarazzo. Il suo vecchio ragazzo che nel tempo si era fatto un uomo, le rispose di seguirlo e si allontanò dalla piazza del paese dirigendosi nel bosco. Subito Diana lo rincorse precipitosamente, ansiosa di scoprire perché Alberto l’aveva lasciata improvvisamente 15 anni prima per scappare negli Stati Uniti. Camminarono a lungo, fino a raggiungere un piccolo chalet situato tra un folto gruppo di larici, luogo che Alberto aveva comprato pochi mesi prima. Anche lui, come Diana del resto, amava la natura e finalmente aveva potuto coronare il suo sogno di ritornare a vivere nel suo paese d’origine.

Entrarono nella calda dimora ed entrambi si sedettero. Sapevano tutti e due che il tempo per loro si era fermato e che nessuno dei due era riuscito a dimenticarsi dell’altro. Alberto raccontò che 15 anni prima era stato costretto a lasciarla dopo che il padre, un ricco uomo d’affari, aveva dovuto vendere la fabbrica per poterne aprire una più grande a Boston.

“Oh Diana, non sai per quanto ti ho pensata”, singhiozzò Alberto asciugandosi una lacrima dal viso.

“Ti ho pensata per così tanto e mi chiedevo ogni giorno come stavi”. Diana, che per anni non seppe più nulla del suo primo amore, era lì, seduto accanto a lei. Un turbine di emozioni la colpì, facendola sentire felice, ma allo stesso tempo turbata e nervosa.

Non ti ho mai dimenticata”, disse Alberto a voce bassa, mentre cercava la mano di Diana. Improvvisamente lei, che solo fino a poche ore prima aveva in testa solo la paura di incontrare suo marito, aveva sgomberato ogni pensiero e aveva deciso di rigettarsi ancora una volta, tra le braccia di quel ragazzo che anni prima l’aveva amata incondizionatamente. Si baciarono ed improvvisamente avevano di nuovo 16 anni, erano appena usciti da scuola, e con passione si stringevano l’un l’altra per tenersi stretti ancora una volta, mentre con aria malinconica, ad entrambi sovvenne il ricordo del profumo intenso dei fiori e delle piante che proveniva dal cortile della scuola elementare.

Alberto

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