La stanza di Emma
La casa era silenziosa. Il ticchettio dell’orologio scandiva un tempo che sembrava fermo da giorni. Anna era seduta al tavolo della cucina, con il biglietto ancora aperto davanti a sé. Lo aveva trovato nella stanza di sua figlia, infilato sotto il cuscino. Lo aveva letto più volte, ma ogni volta il cuore le si stringeva nello stesso punto.
“Mamma, ti voglio bene. Ma non posso più fingere. Amo una donna. Si chiama Chiara.”
Aveva vent’anni Emma, e per Anna era sempre stata “la brava ragazza”: gentile, riservata, studiosa. Una figlia perfetta. Ma ora… ora sentiva come se qualcosa si fosse rotto.
Non era rabbia. Era smarrimento. Come se non riconoscesse più la persona che aveva cresciuto.
I giorni passarono con frasi vuote, silenzi imbarazzanti e porte chiuse. Emma evitava di parlare. Anna non trovava il coraggio di guardarla negli occhi. Dentro di sé sentiva una confusione che non sapeva spiegare: aveva sempre creduto di essere una madre aperta, comprensiva… eppure, ora che la verità era lì, la spaventava.
Un pomeriggio, Anna trovò una vecchia foto di Emma bambina. Stava ridendo, con i capelli arruffati e il viso sporco di gelato.
Le vennero le lacrime agli occhi.
Quel sorriso… era sempre lo stesso, anche adesso. Solo più trattenuto. Più incerto.
Aveva davvero il diritto di spegnerlo?
Iniziò a cercare risposte. Lesse. Ascoltò storie. Guardò una conferenza online di una madre che raccontava di sua figlia, della paura iniziale, del dolore… e di come l’amore avesse trasformato tutto.
Un giorno, senza preavviso, Emma entrò in cucina. Aveva gli occhi lucidi.
«Vado via da Chiara per un po’. Non voglio starle accanto finché tu… finché non sai più chi sono.»
Anna non disse nulla subito. Poi si alzò, andò verso di lei e le prese le mani.
«Sei mia figlia. E se non ti ho capita prima… è solo perché ho avuto paura. Ma la paura non cambia quello che sento per te. Solo che adesso voglio imparare a conoscerti di nuovo, davvero.»
Emma non parlò. Piangeva.
E in quell’abbraccio lungo, che le fece tremare le ginocchia, Anna capì che non stava perdendo sua figlia. La stava finalmente incontrando.
Emma B.