Gli amori interrotti, gli amori impossibili ed eterni

“Non voglio mai più vederti con quello lì”

Quella frase per Marika fu l’inizio del travaglio: si era innamorata di Enzo ma i suoi genitori non approvavano la relazione e per chiarezza anche i genitori di Enzo non vedevano Marika di buon occhio.

Perché tanto astio? Un episodio di almeno trent’anni prima in cui le due famiglie avevano litigato per ragioni economiche: dovevano accaparrarsi il bar della città, ma una coppia delle due si impadronì dell’immobile con degli escamotage.

Però erano passati trent’anni appunto e Marika ed Enzo ne avevano venti, il passato non lo contemplavano nemmeno, pensavano solo al loro futuro insieme. Lei lo amava, lui l’amava, provavano un sentimento profondo, puro, incomparabile.

La madre di Marika le aveva impedito addirittura di uscire di casa finché non si fosse tolta dalla testa quel ragazzo che secondo lei l’avrebbe soltanto presa in giro.

Passarono mesi senza che i due si vedessero né sentissero, in nome del quieto vivere, per paura, per non deludere le proprie famiglie. Si pensavano reciprocamente tutti i giorni, Enzo pensava ai baci di Marika, lei si ricordava di quando lui la aveva protetta da un’ape. Sì Marika era terrorizzata dalle api. Sembrava una situazione da paesino degli inizi di inizio novecento, invece ci troviamo in una grande città nel 2020. Il cuore di lei però pulsava ancora di sentimento vivo “Lo amo, lo amo, lo amo” si ripeteva senza sosta.

Una mattina come tante altre Marika era diretta all’ufficio postale per spedire alcuni pacchi a sua sorella che viveva al nord, camminava sovrappensiero, distratta dalla musica delle sue cuffie. All’entrata del panificio intravide Enzo, d’istinto gli corse incontro, lui era di spalle, ma una ragazza bionda, alta, vestita con un abito lungo abbastanza trasparente si avvicinò a lui e i due in maniera confidenziale proseguirono insieme.

Gettò i pacchi per terra, era incredula, è vero che non avevano contatti da tempo, ma addirittura sostituire la loro storia con un’altra storia. Certo questa bionda era molto bella, ma in fondo a lui non erano mai piaciute quelle così tanto procaci e appariscenti. O forse lui le aveva mentito, allora aveva ragione sua madre che di Enzo non ci si poteva fidare.

Tornò a casa, non aveva nessuna voglia di andare in posta. Un dolore grande, una delusione ancora più grande, piangeva e non capiva come fosse potuto succedere. Si sentiva una stupida: mesi trascorsi a pensarlo, annotava pure le sue sensazioni su un diario per poi finire nel dimenticatoio.

Chiamalo, le suggerì sua sorella, con cui aveva un rapporto di profonda complicità.

Passò una settimana e Marika quel coraggio di chiamarlo non riusciva a trovarlo da nessuna parte. Si faceva forza, componeva il numero di Enzo e poi riattaccava.

“Fammi un favore, dì ad Enzo che ho bisogno di parlargli, è importante” chiese con fatica ad un amico di lui – “digli che ci vediamo al nostro scoglio alle 17”

Si fece bella, si truccò e mise anche lei un abito lungo, non trasparente però, disse ai suoi che sarebbe andata dalla sua vecchia insegnante di italiano a farle visita e uscì. Alle 17 in punto era lì, una leggera brezza, insolita per essere luglio, però vicino al mare si sta sempre bene.

Dopo mezzora di Enzo nemmeno l’ombra, aspetto fino alle sei, con il cuore spezzato per la seconda volta. Poi un biglietto portato dall’amico “Non posso venire, so tutto, buona fortuna”

“Eppure io lo amo e lo amerò per sempre” si diceva, per lui tutto il mio cuore non conosce più ragioni, “perché mi hai fatto questo, perché non hai fatto vincere il nostro sentimento?

Tornò a casa, ferita nell’animo, e chissà se saprà mai che i suoi genitori avevano riferito ad Enzo che Marika si era fidanzata con un vicino di casa e di lì a poco sarebbero partiti per raggiungere l’altra figlia, la sorella che viveva al nord.

Rossella L.

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