Io Daniela badante, m’innamoro del mio ingegnere cieco
Ciao a tutti io mi chiamo Daniela sono una badante, accudisco le persone che hanno degli handicap, questo lavoro lo svolgo solo quando mi chiamano, conoscenti di conoscenti, oggi le persone vogliono persone fidate in casa, sono molto dubbiosi con gli estrani.
Sono una 40enne mi reputo una bella donna mora, snella, alta, le mia bocca è carnose, le gambe ben fatte con la caviglia sottile, ancora oggi colpisco l’uomo per strada che mi guarda in modo interessante, ma io cammino per la mia strada, non sono più in cerca di un’avventura.
Un giorno tramite una signora del palazzo, mi disse che vi era un ingegnere cieco, che aveva bisogno di una badante fidata, così la signora Luisa mi accompagna a casa di quest’uomo. Il dottore cieco, poteva avere massimo 50anni, bella presenta tutto profumato e anche ben vestito, il poverino era rimasto solo, ed era stanco di vivere ancora in questa situazione di solitudine, ora sentiva il bisogno di avere una compagnia la suo fianco.
Luisa che è una grande pettegola, mi disse tutto di questa persona, era amministratore di un’azienda di computer e possedeva un agriturismo, divenne non vedente durante la sua giovinezza, per un virus, ma oggi si pensa che vedo il signore veda solo ombre. In casa del dottore già vi era l’autista, la cameriera, e il giardiniere, la cara Luisa mi disse anche che avrai avuto il giorno libero e le ferie, continuò sostenendo che mi conveniva fare la dama di compagnia a tempo pieno…anche un poco segretaria, cosi avrei avuto l’occasione di vivere in questa bellissima villa. Comunque alla fine la signora mi consigliò di fare una prova per un mese, cosi avrei potuto valutare bene il tutto.
Arrivati alla villa aprì la porta la governate che ci fece accomodare nel salone, ed ecco che arrivò lui bellissimo…da non crederci, dopo le dovute presentazioni l’ingegnere ci tenne nel precisare che non era ricchissima, ma che stava bene economicamente, mi disse che io dovevo svolgere le mansioni come accompagnatrice, dovevo leggergli dei libri, dialogare per raccontare un po’ di tutto a un sventurato cieco, tutto ciò mi occupava sei ore al giorno, per sei giorni, la domenica libera.
Decisi di fare il mese di prova, le giornate trascorrevano tranquille con lunghe passeggiate, gomitato leggevo un bel libro, mangiavamo insieme, ma poi il pomeriggio dalle 14,00 alle 20,00 stavamo nello studio, poiché doveva lavorare.
Beh passò un mese, furono 30 giorni bellissimi, certo lavoravo ma ero anch’io servita e riverita, quindi la situazione mi stava bene di consegnerà decisi di rimane. Arrivò l’estate noi iniziammo le nostre passeggiate, ma Rosa la cuoca mi disse che l’architetto era cambiato, lo vedeva felice.
Ed ecco che mi sono innamorata del mio architetto non vedente, ora vi racconto com’è accaduto. Stavamo seduti sulla panchina del parco, bevendo all’ombra un tè freddo, all’improvviso Guido, il nome del dottore, mi chiese se mi poteva toccare il mio volto per capire com’ero.
Mi disse che avevo un nasino carino, ma che dovevo andare dall’estetista per curarmi le sopracciglia in quanto erano troppo folte per il giorno del nostro matrimoni. Io rimasi senza parole, lui accostò le sue labbra sulle mie e si baciamo, dopo mi disse, di sapere benissimo di avere un handicap, ma tutto il testo funzionava benissimo, continuò dicendomi che sarei diventata la padrona di tutto quello che aveva che la cosa importante avrei avuto tutto il suo amore. Oggi sono passati 5 anni, dal nostro matrimonio, ed io amo mio marito sempre di più e lui grazie al mio amore ha acquistato la serenità che aveva perso quando divenne cieco.
inviata da Daniela L.