L’uomo che volle rinascere per amore
Si chiamava Luca. Aveva sempre pensato che amare bastasse. Che bastasse esserci, a modo suo, dire “ti amo” ogni tanto, far ridere, far l’amore, portarla a cena e poi tornare ognuno al proprio silenzio. Non capiva che l’amore, quello vero, ha bisogno di attenzione ogni giorno, come una pianta delicata. E quella pianta, con il tempo, era appassita.
Lei se n’era andata in silenzio. Niente scenate, solo uno sguardo triste e una frase semplice:
“Non mi sento più vista da te.”
Quelle parole lo inseguirono per mesi. All’inizio, pensò fosse un errore. Poi, iniziò a guardarsi davvero. Si rese conto che lei aveva amato parti di lui che lui stesso aveva trascurato. La parte sensibile, quella che ascolta. Quella che dice “scusa” senza orgoglio. Quella che non scappa quando c’è da mettersi in gioco.
Così Luca fece qualcosa che non aveva mai fatto: si fermò. Niente più fughe nei soliti alibi. Cominciò a leggere, a scrivere, a parlare con sé stesso. Andò in terapia. Si scoprì fragile, confuso, ma anche pieno di emozioni che aveva sempre nascosto per paura di sembrare debole. Si avvicinò ai suoi genitori, chiese scusa a un amico che aveva ferito, tornò a guardarsi allo specchio con onestà.
Non lo fece solo per lei. Lo fece per sé. Ma sempre con lei nel cuore. Era diventata la sua stella polare: non perché dovesse salvarlo, ma perché gli aveva mostrato la direzione da cui era scappato per troppo tempo.
Quando, un anno dopo, la rivide per caso in una piccola libreria, fu lei la prima a parlare.
“Sei diverso…” gli disse.
“No,” rispose Luca. “Sono me stesso. Solo che adesso ho imparato ad esserlo davvero.”
Non chiese di tornare insieme. Le chiese un caffè. Un’ora. Un po’ del suo tempo.
E lei, sorridendo piano, accettò.
Non era l’inizio di un ritorno. Era l’inizio di qualcosa di nuovo.
Perché a volte, per riconquistare chi si ama, non bisogna cambiare per diventare qualcun altro.
Bisogna cambiare per diventare finalmente sé stessi.
Luca